mercoledì 1 dicembre 2010

Rossella O’Hara e Via col Mento di Marco Travaglio Il Fatto: 01-12-2010

Faceva tenerezza, l’altra sera a Otto e mezzo,Carlito Rossella, presidente di Medusa, mentretentava di sminuire i report di Elizabeth Dibble,numero due dell’ambasciata americana a Roma,sul nostro piccolo premier incapace, vanesio erintronato dai bungabunga: “Opinioni personali di unavice che, com’è noto, leggeva Repubblica come primogiornale”. Il pover’uomo ricordava l’immortale gag diAccadde al penitenziario, con Alberto Sordi che, arrestatoper furto di tessuti e ubriachezza molesta e interrogatodal vicecommissario, pretende di parlare col titolare.“Lei è il vicecommissario?”. “Sì, perché?”. “Me n’eroaccorto. Lei ha la tipica inesperienza di colui che fa leveci. Chiami il commissario”. “In questo momento ilcommissario di servizio sono io”. “No, lei è ilvicecommissario di servizio, meglio essere precisi”.“Ma lei si rende conto della gravità della suaposizione?”. “No, è lei che non si rende conto. È quiche dimostra di essere vice. Se c'era il commissario,quello vero, avrebbe già afferrato, giudicato eassolto...”. Naturalmente lo portano via. Rossella inveceè sempre lì che spiega agli italiani, con l’aria del grandeanalista geopolitico, quanto è geniale il padrone che glipassa lo stipendio. L’altra sera mancava soltanto che nemagnificasse la chioma fluente, essendo anche il suotricologo personale (anni fa, direttore di Panorama, fececoprire la pelata presidenziale, trapiantandogli colphotoshop un ciuffettone che manco Little Tony). Anessuno è venuto in mente di domandare a RossellaO’Hara che fine abbia fatto il suo filoamericanismo daNando Meliconi, visto che pare tornato alla vitaprecedente, quand’era comunista cossuttiano. Maquesto è l’ordine di scuderia dei trombettieri di corte:attaccare gli americani pur di difendere il Nano Beta.Anche Belpietro, su Libero, pare il corrispondente dellaPravda. Dopo avere svelato ai suoi lettori di boccabuona che Mrs Dibble “copiava direttamente articoli diTravaglio o D’Avanzo” (come se ci fosse bisogno diTravaglio e D’Avanzo per scoprire che B. è unputtaniere incapace di governare), il popolare Via colMento spiega che “la Casa Bianca e i suoi collaboratorinon vedono di buon occhio le relazioni tra Putin eBerlusconi”. Hai detto niente: gli americani scopronoche il loro sedicente “più fedele alleato” tresca con illoro nemico storico, la Russia, divenuta nel frattempouno “Stato mafia”, e con un vecchio arnese delterrorismo come Gheddafi, e non ci ringrazianoneppure. Gli ingrati. Anche Littorio Feltri, putiniano dicomplemento, dichiara guerra a Washington: “Glistatunitensi abbassino le arie e, se vogliono imparare amontare un pandemonio con pettegolezzi, vengano nella Penisola a prendere lezioni. O almeno leggano Repubblica... Ma lo sanno che qui le confessioni delleescort sono materia preziosa, molto ricercata e usatadai giornali per corroborare le tirature? Lo sanno che lestesse escort sono invitate nei talk-showsuperdemocratici e intervistate (circa le loro prestazioni) allo scopo di diffamare alcuni politici?”. Masì che lo sanno, gli statunitensi, e sanno anche chi sonogli “alcuni politici” che le invitano a casa propria e lepagano (uno, in particolare). Il compagno Belpietrovintima alla signora Clinton di spedire “gli autori dellesferzanti critiche a farsi un giro in qualche Paeselontano, dove cercheranno di farsi dimenticare” edesorta B. a “consegnare per via diplomatica una letteradi protesta” a Washington: in effetti è inqualificabileche gli americani pretendano un minimo di coerenzada un paese alleato della Nato “ma anche” dei nemicidella Nato. Intendiamoci: volendo, si può puredecidere di uscire dalla Nato e addirittura di ricostituireil Patto di Varsavia con l’amico Putin. Ma il guaio –diceva Montanelli – non è che gli italiani tradiscono regolarmente gli alleati: è che pretendono pure difarsene rilasciare l’autorizzazione scritta”.